Eureka Previdenza

Decreto 375 del 24 novembre 2003

Regolamento per l'istituzione del Fondo di solidarieta' per il sostegno del reddito, dell'occupazione e della riconversione e della riqualificazione professionale del personale addetto al servizio della riscossione dei tributi erariali.

IL MINISTRO DEL LAVORO
E DELLE POLITICHE SOCIALI
di concerto con
IL MINISTRO DELL'ECONOMIA
E DELLE FINANZE

Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400, ed in particolare l'articolo
17, comma 3;
Visto l'articolo 3 della legge 14 gennaio 1994, n. 20;
Visto l'articolo 2, comma 28, della legge 23 dicembre 1996, n. 662,
nella parte in cui prevede che, in attesa di un'organica riforma del
sistema degli ammortizzatori sociali, vengano definite, in via
sperimentale, con uno o piu' decreti, misure di politiche attive di
sostegno del reddito e dell'occupazione nell'ambito dei processi di
ristrutturazione aziendale e per fronteggiare situazioni di crisi,
per le categorie e settori di impresa sprovvisti di detto sistema;
Visto il decreto del Ministro del lavoro e della previdenza
sociale, di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica, n. 477 del 27 novembre 1997, con cui e'
stato emanato un regolamento quadro, propedeutico all'adozione di
specifici regolamenti settoriali per la materia;
Visto l'articolo 1, comma 1, lettera q), punto 2, della legge
28 settembre 1998, n. 337, che ha delegato il Governo ad emanare
norme per realizzare misure di sostegno del reddito e
dell'occupazione, con le modalita' di cui al sopra richiamato
articolo 2, comma 28, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, per il
personale delle societa' concessionarie della riscossione,
dell'associazione nazionale di categoria e del Consorzio nazionale
obbligatorio tra i concessionari del servizio di riscossione di cui
al decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1988, n. 44;
Visto l'articolo 63, comma 7, del decreto legislativo 13 aprile
1999, n. 112, che, in attuazione della delega di cui alla citata
legge n. 337 del 1998, stabilisce che la realizzazione di misure di
sostegno del reddito e dell'occupazione, ivi compresa l'attivita' di
formazione, mirate a fronteggiare processi di ristrutturazione
aziendale, per il personale delle societa' concessionarie della
riscossione, dell'associazione nazionale di categoria e del consorzio
nazionale obbligatorio tra i concessionari del servizio di
riscossione di cui al decreto del Presidente della Repubblica
28 gennaio 1988, n. 44, e' attuata ai sensi dell'articolo 2, comma
28, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, secondo le modalita' del
decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di
concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica n. 477 del 27 novembre 1997;
Visto l'articolo 81 della legge 21 novembre 2000, n. 342, che
prevede che, nell'ambito dei processi di ristrutturazione aziendale
conseguenti all'applicazione dei decreti legislativi di attuazione
della legge 28 settembre 1998, n. 337, l'avanzo patrimoniale, al
netto delle riserve legali, esistente alla data del 31 dicembre 1998,
del Fondo di previdenza di cui alla stessa legge 2 aprile 1958, n.
377, e successive modificazioni, e' utilizzato in modo frazionato per
un periodo non inferiore a sei anni a decorrere dal 1° gennaio 2001
con le modalita' stabilite, previo accordo tra le parti, con decreto
del Ministro del lavoro e della previdenza sociale di concerto con il
Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e
con il Ministro delle finanze;
Visto il contratto collettivo nazionale del 12 dicembre 2001 con
cui, in attuazione delle disposizioni di legge sopra richiamate, e'
stato convenuto di istituire presso l'Istituto nazionale della
previdenza sociale (INPS) il «Fondo di solidarieta' per il sostegno
del reddito, dell'occupazione e della riconversione e
riqualificazione professionale del personale addetto al servizio
della riscossione dei tributi erariali e degli altri enti pubblici di
cui al decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112»;
Visti i successivi accordi sindacali del 28 febbraio e del 4 aprile
2002, con i quali le parti firmatarie dei contratti collettivi
nazionali del 12 dicembre 2001 hanno convenuto che l'utilizzazione,
da parte del Fondo di solidarieta' sopra citato, dell'avanzo
patrimoniale, al netto delle riserve legali, esistente al 31 dicembre
1998, del Fondo di previdenza di cui alla legge n. 377 del 1958, e
successive modificazioni, avviene mediante un'assegnazione annua, da
erogarsi trimestralmente, per un periodo non inferiore a sei anni, di
importo non superiore a 97.868.582,38 euro;
Visto il decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali,
di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, del
13 novembre 2002, con il quale si dispone che l'avanzo patrimoniale,
al netto delle riserve legali, esistente alla data del 31 dicembre
1998, del Fondo di previdenza di cui alla gia' citata n. 377 del
1958, e successive modificazioni, pari a 587.543.059,59 euro e'
utilizzato, a decorrere dal 1° gennaio 2001, per il finanziamento
delle prestazioni a carico del citato Fondo di solidarieta',
istituito con il presente regolamento, e che la suddetta
utilizzazione avviene tramite un'assegnazione annua, di importo non
superiore a 97.868.582,38 euro, da erogarsi con cadenza trimestrale,
per un periodo non inferiore a sei anni;
Visto, infine, l'accordo sindacale del 15 novembre 2002, con il
quale, a seguito dell'emanazione del sopra indicato decreto
interministeriale del 13 novembre 2002, le parti firmatarie del
contratto collettivo nazionale del 12 dicembre 2001 hanno provveduto
ad aggiornare il contratto stesso, con particolare riguardo al
finanziamento delle prestazioni previste dal Fondo di solidarieta'
disciplinato dal presente regolamento;
Sentite, nella riunione del 25 novembre 2002, le organizzazioni
individuate, al fine dell'adozione del presente regolamento, nelle
parti firmatarie del contratto collettivo nazionale del 12 dicembre
2001;
Udito il parere del Consiglio di Stato n. 989/03, espresso
nell'adunanza del 10 marzo 2003;
Ritenuto di non poter condividere il citato parere, con esclusivo
riferimento all'osservazione secondo cui la funzione di decidere in
unica istanza sui ricorsi in materia di contributi e prestazioni non
sarebbe attribuibile al Comitato Amministratore del Fondo, in
considerazione del fatto che la generica enunciazione, recata dal
regolamento-quadro n. 477 del 1997, dei compiti di detto Comitato
comprende, in realta', la predetta funzione e che la medesima e' gia'
stata prevista in regolamenti analoghi al presente, senza che cio'
abbia comportato rilievi da parte del Consiglio di Stato;
Acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari;
Data comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri con
nota del 6 novembre 2003;

A d o t t a
il seguente regolamento:

Art. 1.
Costituzione del Fondo
1. E' istituito presso l'INPS il «Fondo di solidarieta' per il
sostegno del reddito, dell'occupazione e della riconversione e
riqualificazione professionale del personale addetto al servizio
della riscossione dei tributi erariali e degli altri enti pubblici di
cui al decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112».
2. Il Fondo gode di autonoma gestione finanziaria e patrimoniale,
ai sensi dell'articolo 3, comma 1, del decreto del Ministro del
lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro del
tesoro, del bilancio e della programmazione economica n. 477 del
27 novembre 1997.


Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dell'amministrazione competente per materia, ai sensi
dell'art. 10, comma 3, del testo unico delle disposizioni
sulla promulgazione dalle leggi, sull'emanazione dei
decreti del Presidente della Repubblica e sulle
pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo
fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge
alle quali e' operato il rinvio. Restano invariati il
valore e l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.
Note alle premesse:
- Il testo dell'art. 17, comma 3, della legge 23 agosto
1988, n. 400 (Disciplina dell'attivita' di Governo e
ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri),
e' il seguente:
«3. Con decreto ministeriale possono essere adottati
regolamenti nelle materie di competenza del Ministro o di
autorita' sottordinate al Ministro, quando la legge
espressamente conferisca tale potere. Tali regolamenti, per
materie di competenza di piu' Ministri, possono essere
adottati con decreti interministeriali, ferma restando la
necessita' di apposita autorizzazione da parte della legge.
I regolamenti ministeriali ed interministeriali non possono
dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati
dal Governo. Essi debbono essere comunicati al Presidente
del Consiglio dei Ministri prima della loro emanazione.».
- Il testo dell'art. 3 della legge 14 gennaio 1994, n.
20 ((Disposizioni in materia di giurisdizione e controllo
della Corte dei conti), e' il seguente:
«Art. 3 (Norme in materia di controllo della Corte dei
conti). - 1. Il controllo preventivo di legittimita' della
Corte dei conti si esercita esclusivamente sui seguenti
atti non aventi forza di legge:
a) provvedimenti emanati a seguito di deliberazione
del Consiglio dei Ministri;
b) atti del Presidente del Consiglio dei Ministri e
atti dei Ministri aventi ad oggetto la definizione delle
piante organiche, il conferimento di incarichi di funzioni
dirigenziali e le direttive generali per l'indirizzo e per
lo svolgimento dell'azione amministrativa;
c) atti normativi a rilevanza esterna, atti di
programmazione comportanti spese ed atti generali attuativi
di norme comunitarie;
d) provvedimenti dei comitati interministeriali di
riparto o assegnazione di fondi ed altre deliberazioni
emanate nelle materie di cui alle lettere b) e c);
e) [autorizzazioni alla sottoscrizione dei contratti
collettivi, secondo quanto previsto dall'art. 51 del
decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29];
f) provvedimenti di disposizione del demanio e del
patrimonio immobiliare;
g) decreti che approvano contratti delle
amministrazioni dello Stato, escluse le aziende autonome:
attivi, di qualunque importo, ad eccezione di quelli per i
quali ricorra l'ipotesi prevista dall'ultimo comma
dell'art. 19 del regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440;
di appalto d'opera, se di importo superiore al valore in
ECU stabilito dalla normativa comunitaria per
l'applicazione delle procedure di aggiudicazione dei
contratti stessi; altri contratti passivi, se di importo
superiore ad un decimo del valore suindicato;
h) decreti di variazione del bilancio dello Stato, di
accertamento dei residui e di assenso preventivo del
Ministero del tesoro all'impegno di spese correnti a carico
di esercizi successivi;
i) atti per il cui corso sia stato impartito l'ordine
scritto del Ministro;
l) atti che il Presidente del Consiglio dei Ministri
richieda di sottoporre temporaneamente a controllo
preventivo o che la Corte dei conti deliberi di
assoggettare, per un periodo determinato, a controllo
preventivo in relazione a situazioni di diffusa e ripetuta
irregolarita' rilevate in sede di controllo successivo.
2. I provvedimenti sottoposti al controllo preventivo
acquistano efficacia se il competente ufficio di controllo
non ne rimetta l'esame alla sezione del controllo nel
termine di trenta giorni dal ricevimento, il termine e'
interrotto se l'ufficio richiede chiarimenti o elementi
integrativi di giudizio. Decorsi trenta giorni dal
ricevimento delle controdeduzioni dell'amministrazione, il
provvedimento acquista efficacia se l'ufficio non ne
rimetta l'esame alla sezione del controllo. La sezione del
controllo si pronuncia sulla conformita' a legge entro
trenta giorni dalla data di deferimento dei provvedimenti o
dalla data di arrivo degli elementi richiesti con ordinanza
istruttoria. Decorso questo termine i provvedimenti
divengono esecutivi. [Si applicano le disposizioni di cui
all'art. 1 della legge 7 ottobre 1969, n. 742].
3. Le sezioni riunite della Corte dei conti possono,
con deliberazione motivata, stabilire che singoli atti di
notevole rilievo finanziario, individuati per categorie ed
amministrazioni statali, siano sottoposti all'esame della
Corte per un periodo determinato. La Corte puo' chiedere il
riesame degli atti entro quindici giorni dalla loro
ricezione, ferma rimanendone l'esecutivita'. Le
amministrazioni trasmettono gli atti adottati a seguito del
riesame alla Corte dei conti, che ove rilevi
illegittimita', ne da' avviso al Ministro.
4. La Corte dei conti svolge, anche in corso di
esercizio, il controllo successivo sulla gestione del
bilancio e del patrimonio delle amministrazioni pubbliche,
nonche' sulle gestioni fuori bilancio e sui fondi di
provenienza comunitaria, verificando la legittimita' e la
regolarita' delle gestioni, nonche' il funzionamento dei
controlli interni a ciascuna amministrazione. Accerta,
anche in base all'esito di altri controlli, la rispondenza
dei risultati dell'attivita' amministrativa agli obiettivi
stabiliti dalla legge, valutando comparativamente costi,
modi e tempi dello svolgimento dell'azione amministrativa.
La Corte definisce annualmente i programmi ed i criteri di
riferimento del controllo.
5. Nei confronti delle amministrazioni regionali, il
controllo della gestione concerne il perseguimento degli
obiettivi stabiliti dalle leggi di principio e di
programma.
6. La Corte dei conti riferisce, almeno annualmente, al
Parlamento ed ai consigli regionali sull'esito del
controllo eseguito. Le relazioni della Corte sono altresi'
inviate alle amministrazioni interessate, alle quali la
Corte formula, in qualsiasi altro momento, le proprie
osservazioni. Le amministrazioni comunicano alla Corte ed
agli organi elettivi le misure conseguenzialmente adottate.
7. Restano ferme, relativamente agli enti locali, le
disposizioni di cui al decreto-legge 22 dicembre 1981, n.
786, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio
1982, n. 51, e successive modificazioni ed integrazioni,
nonche', relativamente agli enti cui lo Stato contribuisce
in via ordinaria, le disposizioni della legge 21 marzo
1958, n. 259. Le relazioni della Corte contengono anche
valutazioni sul funzionamento dei controlli interni.
8. Nell'esercizio delle attribuzioni di cui al presente
articolo, la Corte dei conti puo' richiedere alle
amministrazioni pubbliche ed agli organi di controllo
interno qualsiasi atto o notizia e puo' effettuare e
disporre ispezioni e accertamenti diretti. Si applica il
comma 4 dell'art. 2 del decreto-legge 15 novembre 1993, n.
453. Puo' richiedere alle amministrazioni pubbliche non
territoriali il riesame di atti ritenuti non conformi a
legge. Le amministrazioni trasmettono gli atti adottati a
seguito del riesame alla Corte dei conti, che, ove rilevi
illegittimita', ne da' avviso all'organo generale di
direzione. E' fatta salva, in quanto compatibile con le
disposizioni della presente legge, la disciplina in materia
di controlli successivi previsti dal decreto legislativo
3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni, e dal
decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, nonche'
dall'art. 166 della legge 11 luglio 1980, n. 312.
9. Per l'esercizio delle attribuzioni di controllo, si
applicano, in quanto compatibili con le disposizioni della
presente legge, le norme procedurali di cui al testo unico
delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con regio
decreto 12 luglio 1934, n. 1214, e successive
modificazioni.
10. La sezione del controllo e' composta dal presidente
della Corte dei conti che la presiede, dai presidenti di
sezione preposti al coordinamento e da tutti i magistrati
assegnati a funzioni di controllo. La sezione e' ripartita
annualmente in quattro collegi dei quali fanno parte, in
ogni caso, il presidente della Corte dei conti e i
presidenti di sezione preposti al coordinamento. I collegi
hanno distinta competenza per tipologia di controllo o per
materia e deliberano con un numero minimo di undici
votanti. L'adunanza plenaria e' presieduta dal presidente
della Corte dei conti ed e' composta dai presidenti di
sezione preposti al coordinamento e da trentacinque
magistrati assegnati a funzioni di controllo, individuati
annualmente dal Consiglio di presidenza in ragione di
almeno tre per ciascun collegio della sezione e uno per
ciascuna delle sezioni di controllo sulle amministrazioni
delle regioni a statuto speciale e delle province autonome
di Trento e di Bolzano. L'adunanza plenaria delibera con un
numero minimo di ventuno votanti.
10-bis. La sezione del controllo in adunanza plenaria
stabilisce annualmente i programmi di attivita' e le
competenze dei collegi, nonche' i criteri per la loro
composizione da parte del presidente della Corte dei conti.
11. Ferme restando le ipotesi di deferimento previste
dall'art. 24 del citato testo unico delle leggi sulla Corte
dei conti come sostituito dall'art. 1 della legge 21 marzo
1953, n. 161, la sezione del controllo si pronuncia in ogni
caso in cui insorge il dissenso tra i competenti magistrati
circa la legittimita' di atti. Del collegio viene chiamato
a far parte in qualita' di relatore il magistrato che
deferisce la questione alla sezione.
12. I magistrati addetti al controllo successivo di cui
al comma 4 operano secondo i previsti programmi annuali, ma
da questi possono temporaneamente discostarsi, per motivate
ragioni, in relazione a situazioni e provvedimenti che
richiedono tempestivi accertamenti e verifiche, dandone
notizia alla sezione del controllo.
13. Le disposizioni del comma 1 non si applicano agli
atti ed ai provvedimenti emanati nelle materie monetaria,
creditizia, mobiliare e valutaria.».
- Il testo dell'art. 2, comma 28, della legge
23 dicembre 1996, n. 662 (Misure di razionalizzazione della
finanza pubblica), e' il seguente:
«28. In attesa di un'organica riforma del sistema degli
ammortizzatori sociali, entro centottanta giorni dalla data
di entrata in vigore della presente legge, con uno o piu'
decreti del Ministro del lavoro e della previdenza sociale,
di concerto con il Ministro del tesoro, adottati ai sensi
dell'art. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400,
sentite le organizzazioni sindacali ed acquisito il parere
delle competenti Commissioni parlamentari, sono definite,
in via sperimentale, misure per il perseguimento di
politiche attive di sostegno del reddito e dell'occupazione
nell'ambito dei processi di ristrutturazione aziendali e
per fronteggiare situazioni di crisi di enti ed aziende
pubblici e privati erogatori di servizi di pubblica
utilita', nonche' delle categorie e settori di impresa
sprovvisti del sistema di ammortizzatori sociali.
Nell'esercizio della potesta' regolamentare il Governo si
attiene ai seguenti principi e criteri direttivi:
a) costituzione da parte della contrattazione
collettiva nazionale di appositi fondi finanziati mediante
un contributo sulla retribuzione non inferiore allo 0,50
per cento;
b) definizione da parte della contrattazione medesima
di specifici trattamenti e dei relativi criteri, entita',
modalita' concessivi, entro i limiti delle risorse
costituite, con determinazione dei trattamenti al lordo dei
correlati contributi figurativi;
c) eventuale partecipazione dei lavoratori al
finanziamento con una quota non superiore al 25 per cento
del contributo;
d) in caso di ricorso ai trattamenti, previsione
della obbligatorieta' della contribuzione con applicazione
di una misura addizionale non superiore a tre volte quella
della contribuzione stessa;
e) istituzione presso l'I.N.P.S. dei fondi, gestiti
con il concorso delle parti sociali;
f) conseguimento, limitatamente all'anno 1997, di
maggiori entrate contributive nette complessivamente pari a
lire 150 miliardi.».
- Il testo del decreto del Ministro del lavoro e della
previdenza sociale, di concerto con il Ministro del tesoro,
del bilancio e della programmazione economica, del 27
novembre 1977, n. 477 (Regolamento recante norme in materia
di ammortizzatori per le aree non coperte da cassa
integrazione guadagni), e' pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale del 13 gennaio 1998, n. 9.
- Il testo dell'art. 1, comma 1, della legge
28 settembre 1998, n. 337 (Delega al Governo per il
riordino della disciplina relativa alla riscossione), e' il
seguente:
«1. Il Governo e' delegato ad emanare, entro sei mesi
dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o
piu' decreti legislativi recanti disposizioni volte al
riordino della disciplina della riscossione e del rapporto
con i concessionari e con i commissari governativi
provvisoriamente delegati alla riscossione, al fine di
conseguire un miglioramento dei risultati della riscossione
mediante ruolo e di rendere piu' efficace ed efficiente
l'attivita' dei concessionari e dei commissari stessi, con
l'osservanza dei seguenti principi e criteri direttivi:
a) affidamento, mediante procedure ad evidenza
pubblica, ai concessionari della riscossione mediante ruolo
delle entrate dello Stato, degli enti territoriali e degli
enti pubblici, anche previdenziali, e previsione della
facolta', per i contribuenti, di effettuare il versamento
diretto di tali entrate anche mediante delega ai
concessionari stessi;
b) possibilita', per gli enti diversi dallo Stato
legittimati a riscuotere tramite i concessionari e per le
societa' cui partecipino i medesimi enti, di affidare
mediante procedure ad evidenza pubblica agli stessi ogni
forma di riscossione delle proprie entrate, anche di natura
non tributaria;
c) eliminazione dell'obbligo del non riscosso come
riscosso gravante sui concessionari;
d) affidamento in concessione del servizio di
riscossione a societa' per azioni, con capitale sociale
interamente versato pari ad almeno 5 miliardi di lire, in
possesso di adeguati requisiti tecnici e finanziari e di
affidabilita' ed aventi come oggetto lo svolgimento di tale
servizio e di compiti ad esso connessi o complementari
indirizzati anche al supporto delle attivita' tributarie e
di gestione patrimoniale degli enti impositori diversi
dallo Stato e ridefinizione delle modalita' di
determinazione degli ambiti territoriali delle concessioni,
con estensione almeno provinciale, secondo modalita' che
assicurino il conseguimento di miglioramenti
dell'efficienza e dell'efficacia della funzione e la
diminuzione dei costi. Resta comunque fermo quanto
stabilito dall'art. 53 del decreto legislativo 15 dicembre
1997, n. 446;
e) previsione di un sistema di compensi collegati
alle somme iscritte a ruolo effettivamente riscosse, alla
tempestivita' della riscossione e ai costi della
riscossione, normalizzati secondo criteri individuati dal
Ministero delle finanze, nonche' alla situazione
socio-economica degli ambiti territoriali con il rimborso
delle spese effettivamente sostenute per la riscossione di
somme successivamente sgravate, o dovute da soggetti
sottoposti a procedure concorsuali;
f) revisione delle specie dei ruoli e semplificazione
della procedura di formazione degli stessi, ridefinendo gli
importi al di sotto dei quali non si procede all'iscrizione
a ruolo;
g) previsione della possibilita' di versamento delle
somme iscritte a ruolo tramite il sistema bancario, con o
senza domiciliazione dei pagamenti su conto corrente,
ovvero con procedure di pagamento automatizzate;
h) snellimento e razionalizzazione delle procedure di
esecuzione anche nel rispetto del principio della
collaborazione del debitore all'esecuzione, secondo
modalita' che prevedano, tra l'altro:
1) la notifica di un unico atto con funzioni di
avviso di pagamento e di mora;
2) adeguate forme di tutela giurisdizionale per la
riscossione di entrate non tributarie;
3) la preclusione dell'espropriazione immobiliare
per i debiti inferiori ad un determinato importo;
4) gli importi dei crediti, congrui in rapporto al
valore degli immobili, al di sopra dei quali si puo'
procedere direttamente all'espropriazione e al di sotto dei
quali si provvede all'iscrizione di ipoteca legale sul
bene;
5) la revisione e la semplificazione delle
procedure di vendita di beni immobili e beni mobili
registrati;
6) la facolta', per il concessionario, di non
procedere, per motivate ragioni, all'esecuzione mobiliare
mediante accesso alla casa di abitazione del debitore, con
eventuale utilizzazione degli istituti di vendite
giudiziarie;
7) l'accesso dei concessionari, con le opportune
cautele e garanzie, alle informazioni disponibili presso
l'anagrafe tributaria, con obbligo di utilizzazione delle
stesse ai soli fini dell'espletamento delle procedure
esecutive;
8) l'obbligo, per i concessionari, di utilizzare
sistemi informativi collegati fra loro e con quelli
dell'amministrazione finanziaria e procedure informatiche
uniformi per l'espletamento degli adempimenti
amministrativo-contabili contemplati dalla legge;
9) l'attribuzione al Consorzio nazionale
obbligatorio tra i concessionari del servizio di
riscossione, di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 28 gennaio 1988, n. 44, di compiti di natura
informatica e telematica, nonche' di servizi di supporto
volti a favorire la nuova disciplina della riscossione ed a
conseguire risultati di piu' efficiente ed economica
gestione delle entrate;
i) revisione delle disposizioni in materia di
notifica degli atti esattoriali, tenuto conto anche della
normativa sulla tutela dei dati personali di cui alla legge
31 dicembre 1996, n. 675, e successive modificazioni;
l) revisione delle attuali procedure volte al
riconoscimento dell'inesigibilita' delle somme iscritte a
ruolo, con previsione di meccanismi di discarico automatico
e dell'effettuazione di controlli effettivi;
m) revisione delle procedure di sgravio e rimborso di
iscrizioni a ruolo non dovute;
n) individuazione di procedure che consentano la
definizione automatica, per i concessionari ed i commissari
governativi che ne facciano richiesta, delle domande di
rimborso e di discarico per inesigibilita' presentate dagli
stessi fino al 31 dicembre 1997 e giacenti presso gli
uffici e gli enti impositori e non ancora esaminate, per le
quote di rimborso non superiori a cinquecento milioni di
lire, nonche' il rimborso delle anticipazioni in essere
effettuate in virtu' dell'obbligo del non riscosso come
riscosso, secondo percentuali non inferiori all'uno per
cento ne' superiori al 5 per cento correlate al rapporto
fra l'ammontare delle anticipazioni e quello delle domande
di rimborso presentate. Il rimborso sara' effettuato, per i
crediti erariali, mediante assegnazione di titoli di Stato,
in misura non superiore a lire 4000 miliardi complessive e
a lire 1000 miliardi annue, utilizzando le proiezioni per
gli anni 1999 e 2000 dello stanziamento iscritto, ai fini
del bilancio triennale 1998-2000, nell'ambito dell'unita'
previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale»
dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del
bilancio e della programmazione economica per l'anno 1998,
allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento
relativo al Ministero medesimo;
o) revisione, con eventuale modifica della normativa
di contabilita' generale dello Stato, dei criteri e delle
procedure di contabilizzazione e quietanziamento delle
somme riscosse dai concessionari, anche con previsione
dell'utilizzo di strumenti informatici;
p) revisione delle sanzioni amministrative a carico
dei concessionari, anche al fine di potenziarne l'efficacia
deterrente per le violazioni diverse dagli omessi o tardivi
versamenti, tenendo conto anche dei tempi necessari per
l'adeguamento delle procedure ad eventuali nuove
disposizioni, e ridefinizione delle ipotesi di revoca e
decadenza dalla concessione per gli inadempimenti di
particolare gravita', mantenendo comunque ferma l'ipotesi
di decadenza prevista dall'art. 20, comma 1, lettera e),
del decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio
1988, n. 43;
q) definizione, anche nell'ambito dei processi di
ristrutturazione aziendale conseguenti all'applicazione
delle disposizioni dei decreti legislativi emanati ai sensi
della presente legge, di procedure volte a:
1) consentire lo svolgimento, previa adeguata
formazione, di durata non inferiore a trenta giorni
lavorativi, delle funzioni di ufficiale della riscossione
da parte di dipendenti delle societa' concessionarie che
abbiano un'anzianita' di servizio non inferiore a cinque
anni;
2) realizzare misure di sostegno del reddito e
dell'occupazione, con le modalita' di cui all'art. 2, comma
28, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, per il personale
delle societa' concessionarie della riscossione,
dell'associazione nazionale di categoria e del Consorzio
nazionale obbligatorio tra i concessionari del servizio di
riscossione di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 28 gennaio 1988, n. 44;
3) utilizzare, previo accordo tra le parti,
l'eventuale avanzo patrimoniale, al netto delle riserve
legali esistenti alla data del 31 dicembre 1998, del Fondo
di previdenza di cui alla legge 2 aprile 1958, n. 377, e
successive modificazioni;
r) previsione, nel rispetto dei principi di
economicita' di gestione, di misure dirette a favorire la
continuita' del rapporto di lavoro dei dipendenti delle
societa' concessionarie della riscossione dei tributi e
delle altre entrate degli enti locali, nel caso in cui,
alla scadenza delle concessioni in atto, il servizio di
riscossione venga esercitato direttamente dall'ente locale
o affidato ad un soggetto terzo; a tal fine dovra'
prevedersi che il nuovo soggetto che esercita il servizio
di riscossione possa riconoscere priorita', nelle
assunzioni di personale adibito alle medesime attivita' di
riscossione, ai dipendenti dei precedenti concessionari;
s) fissazione di un termine per la durata
dell'incarico di commissario governativo provvisoriamente
delegato alla riscossione, con previsione di rimborso delle
spese di gestione dallo stesso sostenute durante la
gestione commissariale, di norma entro i limiti determinati
per il precedente concessionario o commissario;
t) previsione della possibilita', per le societa'
concessionarie, di esercitare l'attivita' di recupero
crediti secondo le ordinarie procedure civilistiche; tali
attivita' dovranno essere svolte e contabilizzate in modo
separato da quelle della riscossione dei tributi, senza
incidere sul regolare svolgimento dell'attivita' primaria
di riscossione delle entrate dello Stato, degli enti
territoriali e degli altri enti pubblici;
u) coordinamento delle disposizioni recate dai
decreti legislativi emanati ai sensi della presente legge
con quelle di cui ai decreti legislativi emanati ai sensi
dell'art. 3 della legge 23 dicembre 1996, n. 662, in quanto
applicabili;
v) applicazione della disciplina recata dai decreti
legislativi emanati ai sensi della presente legge ai
rapporti concessori e commissariali in atto per la residua
durata del periodo di gestione, con facolta', per i
concessionari ed i commissari, di costituire societa' per
azioni di cui all'art. 31, comma 1, lettera c), del decreto
del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1988, n. 43, e
successive modificazioni, attribuendo a tali societa' i
rapporti concessori in atto; previsione, per i primi due
anni successivi alla data di entrata in vigore dei decreti
legislativi, di un meccanismo di salvaguardia del risultato
economico delle singole gestioni dell'ultimo biennio
precedente, tenendo conto dei maggiori ricavi della
riscossione mediante ruolo e dei minori costi di gestione
derivanti, entrambi, dall'applicazione della nuova
disciplina della riscossione, anche alla luce dei criteri
direttivi di cui alla lettera e); previsione, per i
soggetti cui sia gia' affidato in concessione il servizio
di riscossione, del termine di due anni dalla data di
entrata in vigore dei decreti legislativi, per
l'adeguamento del capitale sociale alla misura prevista
dalla lettera d).».
- Il testo del decreto del Presidente della Repubblica
28 gennaio 1988, n. 44 (Adeguamento del Consorzio nazionale
obbligatorio tra gli esattori delle imposte dirette alla
nuova disciplina del servizio di riscossione, ai sensi
dell'art. 2, comma 1, lettera c), della legge 4 ottobre
1986, n. 657), e' pubblicato nel supplemento ordinario alla
Gazzetta Ufficiale 29 febbraio 1988, n. 49.
- Il testo dell'art. 63, comma 7, del decreto
legislativo 13 aprile 1999, n. 112 (Riordino del servizio
nazionale della riscossione, in attuazione della delega
prevista dalla legge 28 settembre 1998, n. 337), e' il
seguente:
«Art. 63 (Misure di riqualificazione e sostegno
dell'occupazione). - 1. Il consorzio nazionale obbligatorio
tra i concessionari del servizio della riscossione
organizza, entro il 30 giugno 2001, lo svolgimento di corsi
di formazione per le funzioni di ufficiale della
riscossione, di durata non inferiore a trenta giorni
lavorativi a favore dei dipendenti delle societa'
concessionarie che abbiano una anzianita' di servizio non
inferiore a cinque anni, e rilascia un attestato di
proficua frequenza ai partecipanti a detti corsi.
2. I prefetti autorizzano l'esercizio delle funzioni di
ufficiale della riscossione a semplice presentazione della
attestazione di cui al comma 1.
3. I corsi di cui al comma 1 sono finanziati dalle
societa' concessionarie.
4. Il personale che, alla scadenza o cessazione del
rapporto di concessione, risulta iscritto da almeno due
anni al relativo fondo di previdenza, ha diritto ad essere
mantenuto in servizio dal subentrante concessionario senza
soluzione di continuita'.
5. La disposizione del comma 4 non si applica ai
dipendenti che alla data di inizio della nuova gestione
abbiano maturato il diritto alla pensione di vecchiaia,
fermo restando quanto previsto dall'art. 6 del
decreto-legge 22 dicembre 1981, n. 791, convertito, con
modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1982, n. 54.
6. Nel caso in cui alla scadenza delle concessioni
della riscossione dei tributi e di altre entrate degli enti
locali, il relativo servizio venga esercitato direttamente
dall'ente locale o affidato ad altri soggetti, il nuovo
concessionario del servizio di riscossione riconosce
nell'assunzione di personale da adibire all'attivita' di
riscossione, priorita' ai dipendenti dei precedenti
concessionari e, in particolare, agli ufficiali della
riscossione abilitati dalle procure della Repubblica o dai
prefetti e solo successivamente agli ufficiali della
riscossione di cui al comma 1.
7. La realizzazione di misure di sostegno del reddito e
dell'occupazione, ivi compresa l'attivita' di formazione,
mirate a fronteggiare processi di ristrutturazione
aziendale, per il personale delle societa' concessionarie
della riscossione, dell'associazione nazionale di categoria
e del consorzio nazionale obbligatorio tra i concessionari
del servizio di riscossione di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 28 gennaio 1988, n. 44, e'
attuata ai sensi dell'art. 2, comma 28, della legge
23 dicembre 1996, n. 662, secondo le modalita' del decreto
27 novembre 1997, n. 477 del Ministro del lavoro e della
previdenza sociale, di concerto con il Ministro del
tesoro.».
- Il testo dell'art. 81 della legge 21 novembre 2000,
n. 342 (Misure in materia fiscale), e' il seguente:
«Art. 81 (Utilizzazione dell'avanzo patrimoniale del
Fondo di previdenza per gli impiegati dipendenti dalle
esattorie e ricevitorie delle imposte dirette). - 1.
Nell'ambito dei processi di ristrutturazione aziendale
conseguenti all'applicazione dei decreti legislativi di
attuazione della legge 28 settembre 1998, n. 337, l'avanzo
patrimoniale, al netto delle riserve legali, esistente alla
data del 31 dicembre 1998, del Fondo di previdenza di cui
alla legge 2 aprile 1958, n. 377, e successive
modificazioni, e' utilizzato in modo frazionato per un
periodo non inferiore a sei anni a decorrere dal 1° gennaio
2001 con le modalita' stabilite, previo accordo tra le
parti, con decreto del Ministro del lavoro e della
previdenza sociale di concerto con il Ministro del tesoro,
del bilancio e della programmazione economica e con il
Ministro delle finanze.».
- Il testo della legge 2 aprile 1958, n. 377 (Norme sul
riordinamento del Fondo di previdenza per gli impiegati
dipendenti dalle esattorie e ricevitorie delle imposte
dirette), e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 23 aprile
1958, n. 98.
- Il testo del decreto del Ministero del lavoro e delle
politiche sociali di concerto con il Ministero del tesoro e
delle finanze 13 novembre 2002 (Determinazione delle
modalita' di utilizzazione dell'avanzo patrimoniale
esistente al 31 dicembre 1998 del Fondo di previdenza per
gli impiegati dipendenti dai concessionari del servizio di
riscossione dei tributi e delle altre entrate dello Stato e
degli enti pubblici), e' pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale 2 dicembre 2002, n. 282.
Note all'art. 1:
- Per il testo del citato decreto legislativo n. 112
del 1999, si veda nota alle premesse.
- Il testo dell'art. 3, comma 1, del citato decreto n.
477 del 1997, e' il seguente:
«1. Ciascun regolamento provvede ad istituire presso
l'Istituto nazionale della previdenza sociale un fondo con
gestione finanziaria e patrimoniale autonoma cui
affluiscono i contributi determinati dal regolamento
medesimo».

Art. 2.
Finalita' del Fondo
1. Il Fondo ha lo scopo di attuare, nei confronti dei lavoratori,
in servizio alla data del 31 dicembre 2000, dipendenti:
a) delle concessionarie del servizio nazionale della riscossione
dei tributi e delle aziende costituite per il controllo azionario di
dette aziende concessionarie, iscritti alla data del 31 dicembre 2000
allo speciale Fondo di previdenza di cui alla legge 2 aprile 1958, n.
377, e successive modificazioni, nonche' di quelli inquadrati come
ausiliari;
b) dell'associazione nazionale di categoria (Ascotributi);
c) del Consorzio nazionale obbligatorio tra i concessionari della
riscossione (CNC),
interventi che, nell'ambito e in connessione con processi di
ristrutturazione o di situazioni di crisi, ai sensi dell'articolo 2,
comma 28, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, o di riorganizzazione
aziendale o di riduzione o trasformazione di attivita' o di lavoro,
derivanti anche dall'applicazione di disposizioni legislative che
introducono innovazioni nella disciplina della riscossione: a)
favoriscano il mutamento e il rinnovamento delle professionalita'; b)
realizzino politiche attive di sostegno del reddito e
dell'occupazione.


Note all'art. 2:
- Per il testo della legge n. 377 del 1958 si veda note
alle premesse.
- Per il testo dell'art. 2, comma 28, della citata
legge n. 662 del 1996 si veda nota alle premesse.

Art. 3.
Amministrazione del Fondo
1. Il Fondo e' gestito da un «Comitato amministratore» composto da
cinque esperti designati da Ascotributi e cinque esperti designati
dalle organizzazioni sindacali stipulanti il contratto collettivo
nazionale di lavoro, in possesso di specifica competenza e
pluriennale esperienza in materia di lavoro e occupazione, nominati
con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali,
nonche' da due rappresentanti con qualifica non inferiore a
dirigente, rispettivamente del Ministero del lavoro e delle politiche
sociali e del Ministero dell'economia e delle finanze. Per la
validita' delle sedute e' necessaria la presenza di almeno sette
componenti del comitato, aventi diritto al voto. Le funzioni di
membro del Comitato sono incompatibili con quelle connesse a cariche
nell'ambito delle organizzazioni sindacali.
2. Il Presidente del Comitato e' eletto dal Comitato stesso tra i
propri membri.
3. Partecipa alle riunioni del Comitato amministratore del Fondo il
Collegio sindacale dell'INPS, nonche' il Direttore generale
dell'Istituto o un suo delegato, con voto consultivo.
4. I componenti del Comitato durano in carica due anni, e non
possono essere confermati per piu' di due mandati. Nel caso in cui
durante il mandato venga a cessare dall'incarico, per qualunque
causa, uno o piu' componenti del Comitato stesso, si provvede alla
loro sostituzione, per il periodo residuo, con altro componente
designato, secondo le modalita' di cui al comma 1.
5. Ai predetti fini le organizzazioni sindacali di cui al comma 1
provvedono ad effettuare le designazioni di propria competenza sulla
base di criteri di rotazione.

Art. 4.
Compiti del Comitato amministratore del Fondo
1. Il Comitato amministratore deve:
a) predisporre, sulla base dei criteri stabiliti dal Consiglio di
indirizzo e vigilanza dell'INPS, i bilanci annuali della gestione,
preventivo e consuntivo, corredati da una relazione, e deliberare sui
bilanci tecnici relativi alla gestione stessa;
b) deliberare in ordine alla concessione degli interventi in
conformita' alle regole di precedenza e turnazione fra i datori di
lavoro di cui all'articolo 10;
c) deliberare, sentite le parti firmatarie degli accordi del
settore, la misura dell'assegnazione annuale di cui all'articolo 6,
comma 4, l'eventuale misura del contributo addizionale di cui
all'articolo 6, comma 1, lettera b) e l'eventuale misura, espressa in
termini percentuali, del contributo straordinario di cui
all'articolo 6, comma 3;
d) vigilare sulla affluenza della assegnazione e degli eventuali
contributi straordinari, sulla erogazione delle prestazioni nonche'
sull'andamento della gestione, studiando e proponendo i provvedimenti
necessari per il miglior funzionamento del Fondo, nel rispetto del
criterio di massima economicita';
e) decidere, in unica istanza, sui ricorsi in materia di
contributi e prestazioni;
f) assolvere ogni altro compito che sia ad esso demandato da
leggi o regolamenti, o che sia ad esso affidato dal Consiglio di
amministrazione dell'INPS;
g) deliberare le revoche degli assegni straordinari nei casi di
non cumulabilita' di cui all'articolo 12.

Art. 5.
Prestazioni
1. Il Fondo provvede, nell'ambito dei processi di cui al precedente
articolo 2, comma 1:
a) in via ordinaria:
1) a contribuire al finanziamento di programmi formativi di
riconversione o riqualificazione professionale, anche in concorso con
gli appositi Fondi nazionali o comunitari;
2) al finanziamento di specifici trattamenti a favore dei
lavoratori interessati da riduzioni dell'orario di lavoro o da
sospensione temporanea dell'attivita' lavorativa anche in concorso
con gli appositi strumenti di sostegno previsti dalla legislazione
vigente;
b) in via straordinaria:
1) all'erogazione di assegni straordinari per il sostegno al
reddito, in forma rateale, ed al versamento della contribuzione
correlata di cui all'articolo 2, comma 28, della legge 23 dicembre
1996, n. 662, riconosciuti ai lavoratori ammessi a fruirne nel quadro
dei processi di agevolazione all'esodo. Qualora l'erogazione avvenga,
su richiesta del lavoratore, in unica soluzione, l'assegno
straordinario e' pari ad un importo corrispondente al 60% del valore
attuale, calcolato secondo il tasso ufficiale di riferimento vigente
alla data del 12 dicembre 2001, di quanto sarebbe spettato, dedotta
la contribuzione correlata, che pertanto non verra' versata, se detta
erogazione fosse avvenuta in forma rateale.
2. Agli interventi sopra definiti vengono ammessi i soggetti di cui
all'articolo 2, per i quali la richiesta venga presentata entro sei
anni dall'entrata in vigore del presente regolamento.
3. Gli assegni straordinari per il sostegno del reddito sono
erogati dal Fondo, per un massimo di 60 mesi, a decorrere dalla data
di accesso alle prestazioni straordinarie di cui al comma 1, lettera
b), in favore dei lavoratori che conseguano la pensione entro un
periodo massimo di 60 mesi dalla data di cessazione del rapporto di
lavoro, su richiesta del datore di lavoro e fino alla maturazione del
diritto alla pensione:
a) di anzianita', a carico dell'assicurazione generale
obbligatoria nei confronti di tutti i soggetti di cui all'articolo 2;
b) di vecchiaia, a carico dell'assicurazione generale
obbligatoria nei confronti dei soggetti di cui all'articolo 2,
iscritti esclusivamente all'assicurazione generale obbligatoria;
c) di vecchiaia, a carico dello speciale Fondo di previdenza
degli impiegati dipendenti dai concessionari della riscossione nei
confronti dei soggetti di cui all'articolo 2, obbligatoriamente
iscritti, oltre che all'assicurazione generale obbligatoria, anche
allo speciale Fondo sopra citato.
4. Ai fini dell'applicazione dei criteri di cui al comma 3, si
dovra' tenere conto della complessiva anzianita' contributiva
rilevabile da apposita certificazione prodotta dai lavoratori.
5. Il Fondo versa, altresi', la contribuzione di cui al comma 1,
lettera b), dovuta alla competente gestione assicurativa obbligatoria
come identificata dalle lettere a), b) e c) del comma 3.


Nota all'art. 5:
- Per il testo dell'art. 2, comma 28, della citata
legge n. 662 del 1996 si veda nota alle premesse.

Art. 6.
Finanziamento
1. Per le prestazioni di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a),
e' dovuto al Fondo:
a) un contributo ordinario dello 0,50% (di cui lo 0,375% a carico
del datore di lavoro e lo 0,125% a carico dei lavoratori) calcolato
sulla retribuzione imponibile ai fini previdenziali di tutti i
lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato;
b) un contributo addizionale, a carico del datore di lavoro, in
caso di fruizione delle prestazioni di cui all'articolo 5, comma 1,
lettera a), punto 2), nella misura non superiore all'1,50%, calcolato
sulla retribuzione imponibile di cui alla lettera a), con
l'applicazione di un coefficiente correttivo pari al rapporto tra le
retribuzioni parzialmente o totalmente perdute dai dipendenti che
fruiscono delle prestazioni e le retribuzioni che restano a carico
dell'azienda.
2. Eventuali incrementi o diminuzioni della misura del contributo
ordinario (0,50%) saranno ripartiti tra datore di lavoro e lavoratori
in ragione degli stessi criteri di ripartizione di cui al comma 1,
lettera a).
3. Per la prestazione straordinaria di cui all'articolo 5, comma 1,
lettera b), e' dovuto, da parte del datore di lavoro, un contributo
straordinario, determinato in termini percentuali dal Comitato
amministratore ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera c),
relativo ai soli lavoratori interessati alla corresponsione degli
assegni medesimi, in misura corrispondente al fabbisogno di copertura
degli assegni straordinari erogabili e della contribuzione correlata.
4. L'obbligo del versamento al Fondo dei contributi di cui ai
precedenti commi e' sospeso in relazione al conseguimento del
finanziamento previsto dal decreto interministeriale del 13 novembre
2002, emanato ai sensi dell'articolo 81 della legge 21 novembre 2000,
n. 342, e consistente in una assegnazione annua da parte dello
speciale Fondo di previdenza degli impiegati esattoriali di importo
non superiore a 97.868.582,38 euro, da erogarsi con cadenza
trimestrale, per un periodo non inferiore a sei anni. Tale
assegnazione e' destinata anche a far fronte, nell'arco di vigenza
del Fondo, alle eventuali maggiori prestazioni rispetto al periodo
previsto dall'articolo 5, comma 3, in favore di coloro che, all'atto
di eventuali modifiche legislative circa i tempi di erogazione della
pensione, percepiscono l'assegno straordinario di cui allo stesso
articolo 5, comma 1, lettera b).
5. L'eventuale minore assegnazione annuale rispetto al limite
massimo di cui al comma 4, nonche' il minor utilizzo annuale
dell'assegnazione determinata ai sensi dell'articolo 4, comma 1,
possono essere utilizzati negli anni successivi.
6. Il Fondo richiede il versamento dei contributi di cui ai commi 1
e 3 nei seguenti casi:
a) superamento, da parte della singola azienda, dell'importo
dell'assegnazione annuale di sua spettanza, cosi' come calcolato ai
sensi dell'articolo 9, fermo restando che eventuali minori utilizzi
aziendali sono computati in aumento proporzionale agli importi
dell'assegnazione annuale spettanti agli altri datori di lavoro;
b) esaurimento dell'assegnazione massima annualmente consentita
da parte dello Speciale Fondo di previdenza degli impiegati
esattoriali. In tal caso i contributi saranno considerati a titolo di
anticipazione con diritto al rimborso a valere sull'assegnazione
annuale successiva e con priorita' rispetto alla richiesta degli
altri datori di lavoro di competenza della suddetta annualita'.
7. La ripartizione dell'assegnazione dell'avanzo patrimoniale di
cui al comma 4, tra le tre forme di prestazioni disciplinate
dall'articolo 5 avviene, di norma, nell'ambito delle seguenti
percentuali:
a) dal 10% al 20%, per il finanziamento della prestazione di cui
all'articolo 5, comma 1, lettera a), punto 1);
b) dal 5% al 15%, per il finanziamento della prestazione di cui
all'articolo 5, comma 1, lettera a), punto 2;
c) dal 65% all'85%, per il finanziamento della prestazione di cui
all'articolo 5, comma 1, lettera b).
8. Il Comitato amministratore del Fondo provvede, dopo un anno
dalla data di istituzione del Fondo stesso, a valutare, annualmente,
la congruita' della ripartizione prevista al comma 7 ai fini di una
sua eventuale modifica in relazione all'andamento dell'accesso alle
prestazioni.
9. Le disponibilita' che, all'atto della cessazione della gestione
liquidatoria del Fondo, risultino non utilizzate o impegnate a
copertura di oneri derivanti dalla concessione delle prestazioni
previste dal presente regolamento, sono devolute, nei termini di cui
al successivo comma 10, allo Speciale Fondo di previdenza degli
impiegati esattoriali.
10. Alle operazioni di liquidazione provvede il Comitato
amministratore del Fondo, che resta in carica per il tempo necessario
allo svolgimento delle predette operazioni, che devono comunque
essere portate a termine non oltre un anno dalla data di cessazione
di ogni forma di prestazione prevista dall'articolo 5.
11. Qualora la gestione di liquidazione non risulti chiusa nel
termine di cui al comma 10, la stessa e' assunta dal Ministero
dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria
generale dello Stato, ai sensi della legge 4 dicembre 1956, n. 1404,
e successive modificazioni. Il Comitato amministratore del Fondo
cessa dalle sue funzioni il trentesimo giorno successivo alla data di
assunzione della gestione da parte del medesimo Ispettorato generale.
Entro tale data, il Comitato amministratore deve consegnare
all'Ispettorato generale per la liquidazione degli enti disciolti,
sulla base di appositi inventari, le attivita' esistenti, i libri
contabili, i bilanci e gli altri documenti del Fondo, nonche' il
rendiconto relativo al periodo successivo all'ultimo bilancio
approvato.


Note all'art. 6:
- Per il testo dell'art. 81 della citata legge n. 342
del 2000, si veda nota alle premesse.
- Il testo della legge 4 dicembre 1956, n. 1404
(Soppressione e messa in liquidazione di enti di diritto
pubblico e di altri enti sotto qualsiasi forma costituiti,
soggetti a vigilanza dello Stato e comunque interessanti la
finanza statale), e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
28 dicembre 1956, n. 325.

Art. 7.
Accesso alle prestazioni
1. L'accesso alle prestazioni di cui all'articolo 5 e' subordinato:
a) per le prestazioni di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a),
punto 1), all'espletamento delle procedure contrattuali previste per
i processi che modificano le condizioni di lavoro del personale;
b) per le prestazioni di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a),
punto 2), all'espletamento delle procedure contrattuali previste per
i processi che modificano le condizioni di lavoro del personale,
ovvero determinano la riduzione dei livelli occupazionali, nonche' di
quelle legislative laddove espressamente previste;
c) per le prestazioni di cui all'articolo 5, comma 1, lettera b):
1) all'espletamento delle procedure contrattuali preventive e
di legge previste per i processi che determinano la riduzione dei
livelli occupazionali;
2) in alternativa all'espletamento delle procedure di cui al
punto 1), l'accesso alle prestazioni previste nella presente lettera
c) puo' avvenire anche nell'ipotesi in cui un'azienda, rientrante tra
quelle individuate all'articolo 2:
a) si trovi in una situazione di eccedenza di personale;
b) manifesti la volonta' di non risolvere tale problematica
attraverso il ricorso a licenziamenti collettivi, ma solo attraverso
il ricorso a strumenti organizzativi previsti dalle vigenti normative
contrattuali riguardanti i processi che determinano la riduzione dei
livelli occupazionali;
c) attivi una procedura sindacale per pervenire ad un accordo
che individui, nell'ambito delle previsioni contrattualmente
definite, le modalita' di esodo volontario rivolto a tutto il
personale dipendente che goda dei requisiti che consentono
l'intervento del Fondo stesso;
d) intenda evitare il ricorso a licenziamenti collettivi,
anche nei confronti del personale che, esaurita l'applicazione degli
strumenti anzidetti, continui a rimanere in esubero e si impegni
quindi a non attivare procedure di licenziamento collettivo per
almeno 12 mesi a far tempo dalla data dell'accordo di cui alla
precedente lettera c).
2. L'accesso alle prestazioni di cui all'articolo 5 e' altresi'
subordinato alla condizione che le procedure contrattuali di cui al
comma 1 si concludano con accordo aziendale, nell'ambito del quale
siano stati individuati, per i casi di cui al comma 1, lettera b) e
lettera c), punto 1), una pluralita' di strumenti secondo quanto
indicato dalle normative vigenti in materia di processi che
modificano le condizioni di lavoro del personale, ovvero determinano
la riduzione dei livelli occupazionali.
3. Nei processi che determinano la riduzione dei livelli
occupazionali, ferme le procedure di cui al comma 1, lettera c), si
puo' accedere anche alle prestazioni di cui all'articolo 5, comma 1,
lettera a), punti 1) e 2).
4. Alle prestazioni di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a),
punto 2) e lettera b), nell'ambito dei processi di cui all'articolo
2, possono accedere anche i dirigenti, ferme restando le norme di
legge e di contratto applicabili alla categoria.

Art. 8.
Individuazione dei lavoratori in esubero
1. Ai fini del presente regolamento, l'individuazione dei
lavoratori in esubero, in relazione alle esigenze tecnico-produttive
e organizzative del complesso aziendale, avviene prioritariamente
anteponendo il personale in possesso dei requisiti di legge previsti
per il conseguimento della pensione di anzianita' o vecchiaia alla
data stabilita per la risoluzione del rapporto di lavoro, anche se
abbia diritto al mantenimento in servizio e, subordinatamente, nel
rispetto dei criteri di cui all'articolo 5, comma 1, della legge
23 luglio 1991, n. 223.
2. L'individuazione degli altri lavoratori in esubero ai fini
dell'accesso alla prestazione straordinaria di cui all'articolo 5,
comma 1, lettera b), avviene adottando, in via prioritaria, il
criterio dalla maggiore prossimita' alla maturazione del diritto alla
pensione di cui all'articolo 5, comma 3, ovvero della maggiore
anzianita' anagrafica.
3. Per ciascuno dei casi di cui ai commi 1 e 2, ove il numero dei
lavoratori in possesso dei suddetti requisiti risulti superiore al
numero degli esuberi, si favorisce, in via preliminare, la
volontarieta', che e' esercitata dagli interessati nei termini e alle
condizioni aziendalmente concordate, e, ove ancora risultasse
superiore il numero dei lavoratori in possesso dei requisiti di cui
sopra rispetto al numero degli esuberi, si tiene conto dei carichi di
famiglia.


Nota all'art. 8:
- Il testo dell'art. 5, comma 1, della legge 23 luglio
1991, n. 223 (Norme in materia di cassa integrazione,
mobilita', trattamenti di disoccupazione, attuazione di
direttive della Comunita' europea, avviamento al lavoro ed
altre disposizioni in materia di mercato del lavoro):
«1. L'individuazione dei lavoratori da collocare in
mobilita' deve avvenire, in relazione alle esigenze
tecnico-produttive ed organizzative del complesso
aziendale, nel rispetto dei criteri previsti da contratti
collettivi stipulati con i sindacati di cui all'art. 4,
comma 2, ovvero, in mancanza di questi contratti, nel
rispetto dei seguenti criteri, in concorso tra loro:
a) carichi di famiglia;
b) anzianita':
c) esigenze tecnico-produttive ed organizzative.».

Art. 9.
Criteri di utilizzazione delle assegnazioni
1. Ciascuna azienda potra' usufruire dell'assegnazione di cui
all'articolo 6, comma 4, per un importo complessivo pari alla
percentuale che si ottiene dividendo la contribuzione da ciascuna
azienda versata alla assicurazione generale obbligatoria per quella
complessivamente versata da tutte le aziende di cui all'articolo 2.
2. La contribuzione da prendere in considerazione ai fini del comma
1 e' pari alla media del triennio 1999 - 2001 ed il Comitato
amministratore del Fondo, entro un mese dal suo insediamento,
richiede a ciascuna azienda una dichiarazione attestante l'ammontare
dei contributi previdenziali versati nel sopra indicato triennio, che
deve essere fornita, a pena di decadenza dalla fruibilita' della
assegnazione, entro i successivi trenta giorni.
3. Il Comitato amministratore del Fondo, acquisite tutte le
dichiarazioni, procede, nei successivi trenta giorni, alle operazioni
previste dal comma 1 e comunica a ciascuna azienda l'importo dalla
stessa usufruibile.

Art. 10.
Criteri di precedenza e turnazione
1. L'accesso dei soggetti di cui all'articolo 2 alle prestazioni
ordinarie di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a), punti 1) e 2),
avviene secondo criteri di precedenza e turnazione e nel rispetto del
principio della proporzionalita' delle erogazioni.
2. Le domande di accesso alle prestazioni di cui al comma 1,
formulate nel rispetto delle procedure e dei criteri individuati
dall'articolo 7, sono prese in esame dal Comitato amministratore su
base trimestrale, deliberando gli interventi secondo l'ordine
cronologico di presentazione delle domande e tenuto conto delle
disponibilita' del Fondo. Dette domande non possono riguardare
interventi superiori a dodici mesi.
3. Nei casi di ricorso alle prestazioni di cui all'articolo 5,
comma 1, lettera a), punto 1), l'intervento e' determinato, per
ciascun trimestre di riferimento, in misura non superiore
all'ammontare dell'assegnazione percentualmente spettante ai sensi
dell'articolo 6, comma 7, nello stesso periodo di riferimento, tenuto
conto degli oneri di gestione e amministrazione.
4. Nei casi di ricorso alle prestazioni di cui all'articolo 5,
comma 1, lettera a), punto 2), ovvero nei casi di ricorso congiunto
alle prestazioni di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a), punti 1)
e 2), l'intervento e' determinato, per ciascun trimestre di
riferimento, in misura non superiore all'ammontare dell'assegnazione
percentualmente spettante ai sensi dell'articolo 6, comma 7, nello
stesso periodo di riferimento, tenuto conto degli oneri di gestione e
amministrazione.
5. Nei casi in cui la misura dell'intervento ordinario ai sensi
dell'articolo 11 risulti superiore ai limiti individuati ai commi 3 e
4, la differenza di erogazione resta a carico del datore di lavoro.
6. Nuove richieste di accesso alle prestazioni di cui all'articolo
5, comma 1, lettera a), punti 1) e 2), da parte dello stesso datore
di lavoro, possono essere prese in considerazione subordinatamente
all'accoglimento delle eventuali richieste di altri datori di lavoro,
aventi titolo di precedenza.
7. I soggetti di cui all'articolo 2, ammessi alle prestazioni
ordinarie di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a), punti 1) e 2),
e che abbiano conseguito gli obiettivi prefissati con l'intervento
del Fondo, possono essere chiamati a provvedere, prima di poter
accedere nuovamente ad ulteriori forme di intervento, al rimborso,
totale o parziale, delle prestazioni fruite tramite finanziamenti
ottenuti dagli appositi Fondi nazionali o comunitari, mediante un
piano modulato di restituzione.

Art. 11.
Prestazioni: criteri e misure
1. Nei casi di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a), punto 1),
il contributo al finanziamento delle ore destinate alla realizzazione
di programmi formativi di riconversione o riqualificazione
professionale, e' pari alla corrispondente retribuzione lorda
percepita dagli interessati, ridotto dell'eventuale concorso degli
appositi Fondi nazionali o comunitari.
2. Nei casi di riduzione dell'orario di lavoro o di sospensione
temporanea dell'attivita' lavorativa di cui all'articolo 5, comma 1,
lettera a), punto 2), superiori a 37 ore e 30 minuti annui pro
capite, il Fondo, per le ore eccedenti tale limite, eroga ai
lavoratori interessati un assegno ordinario per il sostegno del
reddito, ridotto dell'eventuale concorso degli appositi strumenti di
sostegno previsti dalla legislazione vigente, secondo criteri e
modalita' in atto per la cassa integrazione guadagni per l'industria,
in quanto compatibili.
3. L'erogazione del predetto assegno e' subordinata alla condizione
che il lavoratore destinatario, durante il periodo di riduzione
dell'orario o di sospensione temporanea del lavoro, non svolga alcun
tipo di attivita' lavorativa in favore di soggetti terzi. Resta
comunque fermo quanto previsto dalle normative vigenti in tema di
diritti e doveri del personale.
4. Nei casi di sospensione temporanea dell'attivita' di lavoro,
l'assegno ordinario e' calcolato nella misura del 60% della
retribuzione lorda mensile che sarebbe spettata al lavoratore per le
giornate non lavorate, con un massimale pari ad un importo di euro
852,15 lordi mensili, se la retribuzione lorda mensile
dell'interessato e' inferiore a euro 1.568,00; di euro 981,26 lordi
mensili, se la retribuzione lorda mensile dell'interessato e'
compresa tra euro 1.568,00 e euro 2.479,00, e di euro 1.240,00 lordi
mensili, se la retribuzione lorda mensile dell'interessato e'
superiore a detto ultimo limite.
5. Nei casi di riduzione dell'orario di lavoro, l'assegno ordinario
e' calcolato nella misura del 60% della retribuzione lorda mensile
che sarebbe spettata al lavoratore per le ore non lavorate, con un
massimale pari ad un importo corrispondente alla paga oraria, per
ogni ora di riduzione, calcolata sulla base del massimale
dell'assegno ordinario che sarebbe spettato nelle ipotesi di
sospensione temporanea dell'attivita' di lavoro.
6. Per l'accesso alle prestazioni ordinarie di cui all'articolo 5
comma 1, lettera a), punto 2), le riduzioni dell'orario di lavoro o
le sospensioni temporanee dell'attivita' lavorativa non possono
essere superiori complessivamente a diciotto mesi pro capite
nell'arco di vigenza del Fondo, di cui non piu' di sei mesi nell'arco
del primo triennio, di ulteriori sei mesi nell'arco del secondo
triennio, e ulteriori sei mesi nel periodo residuo.
7. La retribuzione mensile dell'interessato utile per la
determinazione dell'assegno ordinario e della paga oraria di cui al
comma 1, e' quella individuata secondo le disposizioni contrattuali
nazionali in vigore, e cioe' la retribuzione sulla base dell'ultima
mensilita' percepita dall'interessato secondo il criterio comune: e
cioe' 1/360° della retribuzione annua, determinata sulla base
dell'ultima mensilita' percepita dall'interessato, per ogni giornata.
8. Per i lavoratori a tempo parziale, l'importo dell'assegno
ordinario viene determinato proporzionando lo stesso alla minore
durata della prestazione lavorativa.
9. Nei casi di cui all'articolo 5, comma 1, lettera b), il Fondo
eroga un assegno straordinario di sostegno al reddito il cui valore
e' pari:
a) per i lavoratori che possono conseguire la pensione di
anzianita' prima di quella di vecchiaia, alla somma dei seguenti
importi:
1) l'importo netto del trattamento pensionistico spettante
nell'assicurazione generale obbligatoria con la maggiorazione
dell'anzianita' contributiva mancante per il diritto alla pensione di
anzianita';
2) l'importo delle ritenute di legge sull'assegno
straordinario;
b) per i lavoratori che possono conseguire la pensione di
vecchiaia prima di quella di anzianita', alla somma dei seguenti
importi:
1) l'importo netto del trattamento pensionistico spettante
nell'assicurazione generale obbligatoria ovvero nel Fondo di
previdenza degli impiegati dipendenti dai concessionari della
riscossione con la maggiorazione dell'anzianita' contributiva
mancante per il diritto alla pensione di vecchiaia;
2) l'importo delle ritenute di legge sull'assegno
straordinario.
10. Nei casi di cui al comma 9, il versamento della contribuzione
correlata e' effettuato per il periodo compreso tra la cessazione del
rapporto di lavoro e la maturazione dei requisiti minimi richiesti
per il diritto alla pensione di anzianita' o vecchiaia; l'assegno
straordinario, esclusa pertanto la predetta contribuzione correlata,
e' corrisposto sino alla fine del mese antecedente a quello previsto
per la decorrenza della pensione.
11. La contribuzione correlata per i periodi di erogazione delle
prestazioni a favore dei lavoratori interessati da riduzione di
orario o da sospensione temporanea dell'attivita' di cui all'articolo
5, comma 1, lettera a), punto 2), e per i periodi di erogazione
dell'assegno straordinario di sostegno del reddito di cui
all'articolo 5, comma 1, lettera b), compresi tra la cessazione del
rapporto di lavoro e la maturazione dei requisiti minimi di eta' o
anzianita' contributiva richiesti per la maturazione del diritto alla
pensione di anzianita' o vecchiaia, e' versata a carico del Fondo ed
e' utile per il conseguimento del diritto alla pensione, ivi compresa
quella di anzianita', e per la determinazione della sua misura.
12. La contribuzione correlata, nei casi di riduzione dell'orario
di lavoro o di sospensione temporanea dell'attivita' lavorativa,
nonche' per i periodi di erogazione dell'assegno straordinario per il
sostegno al reddito, e' calcolata sulla base della retribuzione di
cui al comma 7.
13. Le somme occorrenti alla copertura della contribuzione
correlata, nei casi di riduzione dell'orario di lavoro o di
sospensione temporanea dell'attivita' lavorativa, nonche' per i
periodi di erogazione dell'assegno straordinario per il sostegno al
reddito, sono calcolate sulla base dell'aliquota di finanziamento del
Fondo pensioni lavoratori dipendenti tempo per tempo vigente e
versate a carico del Fondo per ciascun trimestre entro il trimestre
successivo. Per gli iscritti al Fondo di previdenza di cui alla legge
2 aprile 1958, n. 377, successive modificazioni, il calcolo ed il
successivo versamento sara' effettuato secondo quanto previsto
dall'articolo 10 della predetta legge.
14. L'assegno straordinario e la contribuzione correlata sono
corrisposti previa rinuncia esplicita al preavviso ed alla relativa
indennita' sostitutiva, nonche' ad eventuali ulteriori benefici
previsti dalla contrattazione collettiva, connessi all'anticipata
risoluzione del rapporto per riduzione di posti o soppressione o
trasformazione di servizi o uffici, in particolare per i lavoratori
cui si applicano le disposizioni particolari per le casse di
risparmio che gestiscono direttamente il servizio di riscossione
contenute nei CCNL 12 luglio 1995 e 17 luglio 1995.
15. Nei casi in cui l'importo dell'indennita' di mancato preavviso
sia superiore all'importo complessivo degli assegni straordinari
spettanti, il datore di lavoro corrispondera' al lavoratore, sempre
che abbia formalmente effettuato la rinuncia al preavviso, in
aggiunta agli assegni sopra indicati, una indennita' una tantum, di
importo pari alla differenza tra i predetti trattamenti.
16. In mancanza di detta rinuncia, il lavoratore decade da entrambi
i benefici.


Nota all'art. 11:
- Per il testo della legge 2 aprile 1958, n. 377, si
veda nota alle premesse.

Art. 12.
Cumulabilita' della prestazione straordinaria
1. Gli assegni straordinari di sostegno al reddito sono
incompatibili con i redditi da lavoro dipendente o autonomo,
eventualmente percepiti durante il periodo di fruizione degli assegni
medesimi, derivanti da attivita' lavorativa prestata a favore dei
soggetti di cui alle lettere a), b) e c) dell'articolo 2 o di aziende
da essi controllate, nonche' di altri soggetti ed altre aziende
operanti nell'ambito creditizio o della riscossione iscritte all'albo
di cui all'articolo 53 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n.
446, o che, comunque, svolgono attivita' in concorrenza con il datore
di lavoro presso cui prestava servizio l'interessato.
2. Contestualmente alla percezione dei redditi di cui al comma 1,
cessa la corresponsione degli assegni straordinari di sostegno al
reddito, nonche' il versamento dei contributi previdenziali.
3. Gli assegni straordinari di sostegno al reddito sono cumulabili,
entro il limite massimo dell'ultima retribuzione mensile,
ragguagliata ad anno, percepita dall'interessato, secondo il criterio
comune richiamato all'articolo 11, comma 7, con i redditi da lavoro
dipendente, eventualmente acquisiti durante il periodo di fruizione
degli assegni medesimi, derivanti da attivita' lavorativa prestata a
favore di soggetti diversi da quelli di cui al comma 1.
4. Qualora il cumulo tra i suddetti redditi e l'assegno
straordinario dovesse superare il limite di cui al com-ma 3, si
procede ad una corrispondente riduzione dell'assegno medesimo.
5. Gli assegni straordinari di sostegno al reddito sono cumulabili
con i redditi da lavoro autonomo, derivati da attivita' prestata a
favore di soggetti diversi da quelli di cui al comma 1, compresi
quelli derivanti da rapporti avviati, su autorizzazione del datore di
lavoro, in costanza di lavoro, nell'importo corrispondente a quello,
tempo per tempo, previsto per i trattamenti di pensione erogati dal
Fondo pensione lavoratori dipendenti gestito dall'INPS.
6. La base retributiva imponibile, considerata ai fini della
contribuzione correlata, e' ridotta in misura pari all'importo dei
redditi da lavoro dipendente, con corrispondente riduzione dei
versamenti figurativi.
7. La base retributiva imponibile, considerata ai fini della
contribuzione correlata, e' ridotta, nei casi di redditi da lavoro
autonomo, in misura tale da non determinare variazioni alla
contribuzione complessiva annuale a favore dell'interessato.
8. E' fatto obbligo al lavoratore che percepisce l'assegno
straordinario di sostegno al reddito, all'atto dell'anticipata
risoluzione del rapporto di lavoro e durante il periodo di erogazione
dell'assegno medesimo, di dare tempestiva comunicazione al datore di
lavoro, presso cui prestava servizio, e al Fondo, dell'instaurazione
di successivi rapporti di lavoro dipendenti o autonomi, con specifica
indicazione del nuovo datore di lavoro, ai fini della revoca totale o
parziale dell'assegno stesso e della contribuzione correlata.
9. In caso di inadempimento dell'obbligo previsto dal comma 8, il
lavoratore decade dal diritto alla prestazione, con ripetizione delle
somme indebitamente percepite, oltre gli interessi e la rivalutazione
capitale, e con la cancellazione della contribuzione correlata di cui
all'articolo 2, comma 28, della legge n. 662 del 1996.


Note all'art. 12:
- Il testo dell'art. 53 del decreto legislativo
15 dicembre 1997, n. 446 (Istituzione dell'imposta
regionale sulle attivita' produttive, revisione degli
scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'lrpef e
istituzione di una addizionale regionale a tale imposta,
nonche' riordino della disciplina dei tributi locali), e'
il seguente:
«Art. 53 (Albo per l'accertamento e riscossione delle
entrate degli enti locali). - 1. Presso il Ministero delle
finanze e' istituito l'albo dei soggetti privati abilitati
ad effettuare attivita' di liquidazione e di accertamento
dei tributi e quelle di riscossione dei tributi e di altre
entrate delle province e dei comuni.
2. L'esame delle domande di iscrizione, la revisione
periodica, la cancellazione e la sospensione dall'albo, la
revoca e la decadenza della gestione sono effettuate da una
apposita commissione in cui sia prevista una adeguata
rappresentanza dell'ANCI e dell'UPI.
3. Con decreti del Ministro delle finanze, da emanare
ai sensi dell'art. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988,
n. 400, tenuto conto delle esigenze di trasparenza e di
tutela del pubblico interesse, sentita la conferenza
Stato-citta', sono definiti le condizioni ed i requisiti
per l'iscrizione nell'albo, al fine di assicurare il
possesso di adeguati requisiti tecnici e finanziari, la
sussistenza di sufficienti requisiti morali e l'assenza di
cause di incompatibilita' da parte degli iscritti, ed
emanate disposizioni in ordine alla composizione, al
funzionamento e alla durata in carica dei componenti della
commissione di cui al comma 2, alla tenuta dell'albo, alle
modalita' per l'iscrizione e la verifica dei presupposti
per la sospensione e la cancellazione dall'albo nonche' ai
casi di revoca e decadenza della gestione. Per i soggetti
affidatari di servizi di liquidazione, accertamento e
riscossione di tributi e altre entrate degli enti locali,
che svolgano i predetti servizi almeno dal 1° gennaio 1997,
puo' essere stabilito un periodo transitorio, non superiore
a due anni, per l'adeguamento alle condizioni e ai
requisiti per l'iscrizione nell'albo suddetto.
4. Sono abrogati gli articoli da 25 a 34 del decreto
legislativo 15 novembre 1993, n. 507, concernenti la
gestione del servizio di accertamento e riscossione
dell'imposta comunale sulla pubblicita'.».
- Per il testo dell'art. 2, comma 28, della legge n.
662 del 1996, si veda nota alle premesse.

Art. 13.
Contributi sindacali
1. Il diritto dei lavoratori che fruiscono dell'assegno
straordinario di sostegno al reddito a proseguire il versamento dei
contributi sindacali a favore della organizzazione sindacale di
appartenenza, stipulante il contratto collettivo nazionale di
categoria con cui e' stata convenuta l'istituzione del Fondo, e'
salvaguardato all'atto della risoluzione del rapporto di lavoro con
la sottoscrizione di apposita clausola inserita nel documento di
rinuncia al preavviso di cui all'articolo 11.

Art. 14.
Scadenza
1. Il «Fondo di solidarieta' per il sostegno del reddito
dell'occupazione e della riconversione e riqualificazione
professionale del personale addetto al servizio della riscossione dei
tributi erariali e degli altri enti pubblici di cui al decreto
legislativo 13 aprile 1999, n. 112», disciplinato dal presente
regolamento, scade allorche' non vengono piu' erogate le prestazioni
ai soggetti di cui all'articolo 2 ammessi a fruirne entro dieci anni
dalla data di entrata in vigore del presente decreto, ed e' liquidato
secondo la procedura prevista dall'articolo 6, commi 9, 10 e 11.


Nota all'art. 14:
- Per il testo del decreto legislativo n. 112 del 1999
si veda nota alle premesse.

Art. 15.
Norme finali
1. Per quanto non espressamente previsto dal presente regolamento,
si applicano le disposizioni di cui al decreto del Ministro del
lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro del
tesoro, del bilancio e della programmazione economica, n. 477 del
27 novembre 1997.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito
nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.
Roma, 24 novembre 2003
Il Ministro del lavoro
e delle politiche sociali
Maroni
Il Ministro dell'economia
e delle finanze
Tremonti
Visto, Guardasigilli: Castelli
Registrato alla Corte dei conti il 30 dicembre 2003
Ufficio di controllo preventivo sui Ministeri dei servizi alla
persona e dei beni culturali, registro n. 5, foglio n. 276


Nota all'art. 15:
- Per il testo del decreto del Ministro del lavoro e
della previdenza sociale, di concerto con il Ministro del
tesoro, del bilancio e della programmazione economia n. 447
del 27 novembre 1997, si veda nota alle premesse.

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